sabato 7 giugno 2008

Manuelito


In tenera età mi affascinava molto la materia "scienze". Odiavo la maestra però, era vecchia e cattiva e puzzava di sudore. Mi piaceva molto conoscere la natura, i metalli, gli animali e tutto il resto. Non sapevo se da grande avrei fatto lo scienziato o il calciatore.
Ricordo che un giorno ci spiegò i minerali e ci disse che la cosa più dura in natura è il diamante.
Un mio compagno chiese di cosa e come sono fatti i diamanti.
La maestra rispose che non era altro che carbone pressato per molto tempo che si cristallizzava.
" Perfetto! " mi dissi! " Diventerò ricco! "
Avevo 8 anni e non avevo neancora iniziato a fumare, ma nonostante fossi lucido questa idea balzana mi travolse.
Trovai un barattolo di vetro della marmellata, presi della carbonella e la premetti con tutta la forza che avevo, ne aggiunsi ancora e avvitai il tappo in modo che facesse pressione.
" E' fatta! Sono un genio! Eh eh! "
Nei giorni seguenti e per tutta quella primavera andai a scuola pieno di felicità, con gli altri mi comportavo con l'arroganza del vincente ma non dissi mai a nessuno il mio piano. Di li ad un anno avrei avuto dei diamanti, non potevo rischiare che rubassero il mio colpo di genio!
Perfino la vecchia maestra mi stava più simpatica, era un pò merito suo se avevo avuto l'idea. Mi promisi di darle un diamante in futuro ma non dissi nulla neppure a lei.
Fini la scuola e arrivò l'estate. Ero sempre al campetto coi ragazzi e per un pò dimenticai il vaso. Fu un' estate fantastica, una delle migliori che ricordi. Scoprivo il mondo e mi accorsi, vedendo per caso la madre di un mio amichetto che si faceva la doccia, che le donne avevano strani peli in mezzo alle gambe...Non ci feci troppo caso però, il pallone e le capanne sugli alberi eran molto più divertenti.
Poi venne l'autunno, la nebbia e il ritorno alla scuola. E l'inverno, un inverno molto freddo, il più rigido degli ultimi anni. Non uscivo mai e passavo molto tempo a fissare il barattolo e a fantasticare su come avrei speso i miei soldi...una minimoto, 7 palloni da calcio e una stanza piena di giochi, tutti quelli che si potevano immaginare! Ah, che genio che ero! E mancavano solo pochi mesi!
Rivenne primavera e oramai ero in trepidazione. Ero una molla, nervosissimo per l'attesa ma felice come non mai.
Poi venne il giorno.
Aprii il vaso e....cazzo, c'era solo carbone! Nient'altro che carbone!
Delusione colossale! Con tutta la forza dei miei sogni infranti maledissi la maestra, quella vecchiaccia mi aveva imbrogliato! Stronza!
I miei voti in scienze calarono vertiginosamente, non me ne importava più ormai, mi sentivo sconfitto ed era una sconfitta troppo grande per un bimbo di 9 anni.
Decisi quindi che da grande avrei fatto il calciatore.

4 commenti:

carpe diem ha detto...

ricordo anche io la maestra che puzzava di sudore...che robe ragazzi!

cyacya ha detto...

....e si...son le cose che ti irradiano la vita di felicità...per poi lasciarti di merda.... dai, almeno hai sviluppato la creatività infantile arricchendo il vocabolario di sproloqui contro la maestra!!

Anonimo ha detto...

povero,ora capisco quale trauma si nasconde dietro la tua vita travagliata e dissoluta!con una maestra come la suddetta-che alcuni di noi hanno avuto la sfortuna di incontrare-non poteva essere altrimenti;è a causa sua se l'unico minerale di cui ricordo nome e peculiarità è l'ardesia (quello della lavagna insomma!)!!!avrei potuto diventare,che ne so,margherita hack se solo lei mi avesse fatto amare la materia,e invece la puzza di sudore era talmente tanta che nelle sue lezioni ero sempre stordita!

Mark Von Manten ha detto...

@ tutti: questa storia mi è stata raccontata da un collega di lavoro, io l'ho solo "riadattata"! Cmq la maestra Domenica oltre a puzzare di sudore scorreggiava!